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Trump to the limit

di Riccardo Livatino

"Potrei sparare a uno sulla Quinta Avenue senza perdere nessun elettore", una battuta che più di mille parole descrive l'ex presidente statunitense Donald Trump.

Sicuro di sé, carismatico, dotato di una retorica capace di far riemergere l'America profonda, stanca dell'ipocrisia di Washington degli ultimi anni e del falso mito americano.

Trump è il virus degli Stati Uniti, ed è anche il primo a denunciare la corruzione di uno stato senza ideali, spinto solo dalla voglia di fare soldi, senza curarsi del suo popolo costretto a mandare i suoi figli a morire in guerre sante in nome del dollaro e della grande finanza americana.

Saddam Hussein viene definito bravo perché uccideva i terroristi, i soldati morti in Vietnam stupidi, Rosie o Donell un "fat pig", queste sono le espressioni con con cui il Tycoon ha spaccato in due la scena politica americana, dimostrandosi da un lato amorale nel seguire i suoi interessi, non nascondendo di aver usufruito di dubbie agevolazioni fiscali, dall'altro si dimostra patriota e difensore della nazione americana e dell'indipendenza di questa da un certo stato burocratico e tecnocratico, che ha imposto vaccini e che per interessi economici ha calpestato i suoi diritti.


Trump difende il sangue e il territorio, e la connessione che hanno i cittadini americani con questo, contro ogni ideologia globalista sviluppatasi a Washington, che ha ormai perso ogni tipo di contatto con il popolo vero e ha scelto come unico interlocutore i grandi magnati della finanza.

Donald J Trump, inoltre, in tempi recenti è divenuto ancor più odiato dopo gli eventi di Capitol Hill, dove il popolo americano ha protestato contro delle elezioni, il cui esito ha rappresentato per l'America profonda la sua umiliazione,sopratutto in tema di libertà . Ciò ha innescato una serie di goffi tentativi di fermare Trump e una sua possibile rielezione nel 2024, culminati nel possibile arresto del Tycoon il prossimo Martedì per presunti pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, in violazione delle regole per i finanziamenti della campagna elettorale.

Sicuramente The Donald non è un santo, ma di certo il suo personaggio è l'unico che può riscattare davvero gli Stati Uniti, ormai divenuti dopo la seconda guerra mondiale, simbolo di annullamento di ogni valore nazionale in nome di una globalizzazione forzata e a loro ed esclusivo vantaggio. Al Tycoon, gli si augura dunque di farcela e ovviamente Make America great Again.


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